Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
1953
A cambiare radicalmente la fisionomia del centro di Villa Opicina è certamente il programma edilizio che segue al secondo conflitto mondiale; da esigenze di nuove realtà abitative durante gli anni del Governo Militare Alleato (1945-1954), con la creazione di un primo gruppo di alloggi nell'area di Campo Romano, si perviene, nel corso degli anni Cinquanta, a necessità di nuovi spazi da destinare, non a fabbricati militari, ma a strutture stabili per gli esuli giuliani e dalmati. L'area individuata per questa nuova fase di edificazione è quella di Villa Carsia, dove si assiste alla formazione di un campo profughi, trasformato negli anni in centro residenziale. Nell'ambito del programma dell'Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati si inserisce anche la commissione dell'edifico in esame. La costruzione della struttura, di cui purtroppo non è stato possibile reperire il progetto originale, prende avvio nel 1953; fin dalla sua origine, l'edifico viene destinato ad ospitare una scuola d'infanzia, con l'intento di raccogliere e dare assistenza didattica ai bambini del campo profughi. Negli stessi anni la frazione di Opicina vede affermarsi un altro importante progetto che si concretizza con l'apertura nel 1955 del ricreatorio Fonda -Savio nella vicina via della Pineta; una scuola di lingua slovena, invece, si conferma nella sede del primo istituto scolastico di Opicina, fondato nel 1911 come Civica Scuola Popolare. La scuola materna in oggetto è interessata da interventi conservativi e di manutenzione verso gli anni Settanta del Novecento, tra cui si segnala il progetto del 1976 per la recinzione della proprietà, a firma dell'ingegnere Diego Rullini.
Il fabbricato monopiano, isolato su lotto di pertinenza, si presenta come un manufatto edilizio a pianta irregolare, con struttura portante in calcestruzzo armato e copertura a falde. Il piano terra, rialzato rispetto al livello del giardino circostante, è raggiunto da una scala esterna in calcestruzzo armato. Completamente privo di decorazioni e di segni stilistici, la composizione della facciata fa riferimento all'architettura tipica della metà del secolo XX. Le aule della scuola sono rivolte sul fronte principale in direzione sud-ovest.
L'edificio, completamente intonacato in colore bianco, presenta esternamente solo un basamento in intonaco rustico, che si sviluppa per l'intero perimetro dell'edificio a segnare lo stacco da terra e a proteggere la muratura dalla risalita capillare dell'umidità. I serramenti, ora in alluminio laccato bianco, mantengono la partitura originale con due specchiature apribili ad anta ed una orizzontale apribile a ribalta. Gronde e pluviali in lamiera verniciata color testa di moro si stagliano sull'intonaco bianco. Il manto di copertura è in coppi curvi rossi uso Trieste. Internamente tutte le superfici orizzontali sono piastrellate in ceramica o quadrotti in linoleum, mentre le pareti presentano intonaci tinteggiati bianchi e rivestimenti ceramici nei bagni e nelle cucine. I serramenti interni sono in legno verniciato bianco con specchiature in vetro acidato.
Compilato in data: 2009