Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
XIV d.C.
Unica testimonianza di comunità monastica a Trieste, il complesso di San Cipriano si compone del monastero e della chiesa omonima, eretta nel 1302 per volere del vescovo Rodolfo Pedrazzani. Dall'antica "Cella dell'Ordine di S. Benedetto", ubicata in Caboro tra la cattedrale di San Giusto e il bastione rotondo del castello, le monache si trasferiscono nel sito attuale nel 1426. Il nucleo originario, formato da semplici case d'abitazione di proprietà della famiglia Bonomo, viene ampliato nella seconda metà del Quattrocento, mentre gli interventi edilizi più importanti si registrano due secoli dopo, con la costruzione del Refettorio nel 1651, dell'edificio "del Monastero verso il fu collegio" nel 1662 e della sezione destinata alle educande nel 1685. In seguito ai danni provocati dai bombardamenti agli inizi del Settecento, tra il 1705 ed il 1733 viene condotto un importante intervento di restauro, con ampliamento della struttura; per volere di Giuseppe II, negli anni Ottanta dello stesso secolo viene aperta una scuola femminile, elevata al rango di "i.r. caposcuola", dal successore Francesco I. Degna di nota è la testimonianza della Cronichetta del monastero dove si legge che "nel 1783 stabilì il Governo che il convento dovesse avere venti Religiose corali, e cinque converse. Le maestre dovevano essere tre. La donazione di caduna madre veniva fissata ad annui f. 120; quella di una laica a f. 68. E poiché la sostanza del convento non vi giungeva, fu assegnato il completamento di congrua dal fondo della facoltà del cessante monastero delle Benedettine di Aquileia. Pagò il Governo i debiti che gravitavano sulle monache di s. Cipriano nell'importo di f. 7764, ed assegnò per necessari ristauri f. 3000. Decretò inoltre un annuo soccorso dalla cassa civica di f. 500. La scuola normale fu bene piantata, e già nel 1784 ebbe l'onore di una visita di S.M. . Il povero e semplicissimo edifizio del convento piacque a Giuseppe II a segno, da qualificarlo per vero convento. Lodò il Sovrano i risultati dell'istruzione, e ordinò si rifabbricasse la scuola in proporzioni maggiori. In luogo delle due stanzette scolastiche sorsero due sale". Anche la chiesa è il risultato di interventi successivi, tra cui il completamento della facciata databile tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento. Tra le testimonianze artistiche più interessanti si segnala l'edicola collocata sul muro perimetrale del fabbricato, contenente il gruppo scultore della Madonna della Salute, e sulla parete di fondo della navata della chiersa, la grande pala d'altare raffigurante l'"iIcoronazione della Vergine con i santi Benedetto, Cipriano, Girolamo e Scolastica", opera di Palma il Giovane (1544-1628), donata alla chiesa dalla famiglia Bonomo. Chiusa la scuola nel 1969, un anno dopo viene avviata l'attività del "gabinetto di restauro di libri e manoscritti". Attualmente parte dei beni del monastero, tra cui importanti esempi di oreficieria locale, sono custoditi presso la Collezione Scaramangà.
Compilato in data: 2009