Piazza Ponterosso

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Localizzazione
Trieste
Piazza Ponte Rosso
numero anagrafico: 52270
Condizione giuridica
proprietà Ente pubblico territoriale

La zona delle antiche saline, a ponente delle mura della città medievale, demolite, per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria nel 1749, cominciò ad essere bonificata già a partire dagli inizi del XVIII secolo. Il progetto del suo totale interramento si concretizzò a metà del 1700, allorquando la sovrana cedette al Comune di Trieste i fondi su cui erigere la futura città che, in suo onore, fu chiamata "Teresiana". Il vasto terreno paludoso, nel suo tratto prospiciente il mare, era attraversato all'epoca da tre canali di diversa ampiezza: uno, detto del Vino o Piccolo, lungo un centinaio di metri ed interrato per motivi igienici nel 1816, si inoltrava dentro Piazza della Borsa spingendosi fino al cuore di Piazza Vecchia attraverso l'odierna Portizza. Uno medio, corrispondente, all'incirca, all'attuale canale che dalla chiesa di S. Antonio Nuovo conduceva fino al mare e che accoglieva le acque di due torrenti ed infine un terzo, più corto degli altri due. Tutti e tre questi canali erano accessibili alla navigazione di piccolo cabotaggio a servizio delle saline. Allorquando si stabilì di bonificare l'area, per permettere alla città di espandersi territorialmente in virtù della sua crescita demografica, si prese in considerazione il progetto di interrare il più piccolo allargando invece il medio, rendendolo agibile a bastimenti di stazza maggiore e conservando pure quello del Vino per imbarcazioni minori. Per ordine di Maria Teresa, il 14 ottobre 1756, il Canal Grande, l'unico, di fatto, rimasto, venne ampliato e dotato di sponde murate sotto la direzione dell'arch. Matteo Pirona al costo di 90.000 fiorini. Inizialmente lungo le sponde furono piantati degli alberi, successivamente tolti per probabili motivi di ordine pratico, intralciando, con la loro presenza, le operazioni di ormeggio nonché quelle di carico e scarico delle navi. Largo 28,4 metri, il corso d'acqua era attraversato da due ponti di ferro mobili: il cosiddetto Ponte Verde, all'imboccatura del canale, posizionato nel 1858 e il più noto Ponte Rosso, che metteva in comunicazione l'omonima piazza con l'allora Via delle Poste, collocato nel 1831 ed eseguito nelle officine dei fratelli Strudthoff in sostituzione di uno di legno di colore rosso appunto. L'enorme quantità di terra ricavata dall'ampliamento del canale servì invece da basamento per un terrapieno utilizzato per piccoli scambi commerciali in prossimità del ponte. Fu proprio quel terrapieno a trasformarsi nella futura Piazza del Ponte Rosso. Lo spazio fu regolarizzato e concepito nelle sue forme architettoniche da Gianantonio Tognana già nel 1776, derivando il suo appellativo proprio dal colore del ponte che costituiva il passaggio obbligato tra la città vecchia e quella nuova. La sua posizione strategica, prospiciente il punto di approdo delle navi e al crocevia di importanti vie di comunicazione, rese la piazza uno dei punti di incontro più dinamici dal punto di vista commerciale e mercantile, divenendo ben presto sede di un vivace mercato ortofrutticolo. Piazza del Ponterosso fu, sin dalla sua iniziale creazione, un'ampia piazza quadrangolare circondata da numerosi edifici di gran pregio architettonico, le cui prime registrazioni tavolari risalgono al 1789. Tagliata a metà dall'odierna Via Roma, lo spazio presenta sul lato a settentrione una fontana a tre bocche rappresentante una rupe sul cui vertice poggia un genio fluviatile. L'opera risale al 1751 su progetto dello scultore Francesco Mazzoleni, creatore della fontana dei Quattro Continenti di Piazza Unità d'Italia. Familiarmente nota come fontana del "Giovanin", in onore del puttino che la sormonta, la fontana attingeva l'acqua direttamente dall'acquedotto teresiano fatto costruire dall'imperatrice a metà del 1700 incanalando le acque provenienti dalle alture di S. Giovanni. Ingentilivano la piazza, non solo la fontana del Puttino, ma anche un chiosco in muratura e ferro destinato ad ospitare un corpo di guardia ed alcuni gabinetti pubblici in ghisa decorata. La regolazione della contrada del Canal Grande risale al 1821, allorquando l'Ufficio delle Civiche Fabbriche approvò il progetto di lastricazione dell'area. La pavimentazione, in grossi blocchi di masegno, venne disposta a spina di pesce nella zona centrale, a correre lungo il sedime delle strade. La struttura della piazza rimase invariata nella sua sostanza fino alla metà del XX secolo. Durante lo stravolgimento della viabilità stradale negli anni '50, l'antico lastricato venne, infatti, ricoperto con un manto di asfalto. Si colse allora l'occasione per interrare i servizi igienici. Sulla piazza fanno bella mostra di sé alcuni tra i più eleganti edifici triestini come, ad esempio, la monumentale sede della Banca Nazionale del Lavoro, insediatasi dal 1928 nell'edificio costruito per il commerciante Alessandro Genel nel 1873. Oppure gli edifici posti agli angoli con Via Roma: al numero civico 3, il palazzo opera di A. Bacicchi, risalente al 1882; al numero civico 4, il fabbricato noto con il nome di casa Allodi con la sua originale torretta ottagonale risalente al 1913, progettato dall'arch. O. Sonetti e che ospitò, durante gli anni Trenta, l'Hotel Centrale.

Compilato in data: 2007

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