Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L’archivio di Ugo Borsatti (Trieste, 1927-2025) costituisce uno straordinario racconto visivo di Trieste, dal dopoguerra, quando la città non era giuridicamente italiana, sino ai tempi più recenti. Foto Omnia non trascura nessun genere di servizio: dalle fototessere, alla cronaca, ai servizi per le cerimonie pubbliche o private.
Il 6 febbraio 1995 l’archivio Foto Omnia è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica. I 350.000 negativi, prevalentemente su pellicola, sono stati acquistati dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Trieste e, dal 2007, depositati presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Nel 2024, a seguito della dichiarazione dell’interesse culturale, da parte della Soprintendenza dei Beni Archivistici della Regione Friuli Venezia, dell’archivio conservato nel negozio di Borsatti, il Comune ha deciso di acquisire la parte restante del patrimonio, comprensiva della documentazione organizzativa dell’attività (dalle agende con gli appuntamenti per i servizi fotografici ai documenti contabili), di alcune macchine fotografiche, dei fondi fotografici personali di Ugo e della sorella Lucia. L’intero patrimonio oggi consta di circa 500.000 beni.
I fotogrammi coprono un arco cronologico dal primo settembre 1952 ai primi anni Duemila, pronti a raccontare ciascuno una, cento, mille storie. L’archivio dell’Omero di Trieste offre una documentazione ricca e unica, caratterizzata da uno sguardo sempre acuto e originale nel raccontare non solo la quotidianità ma anche gli eventi coevi. La fotografia assume la duplice funzione di arte/documento: un bene comune, anzi, un bene in Comune, utile ausilio per leggere il presente attraverso una costante relazione con il passato.
Borsatti descrive gli anni del governo militare alleato con i tragici giorni del novembre 1953 a cui si affiancano quelle effervescenti del ritorno dell’Italia a Trieste nel 1954 il variegato mondo del lavoro, anche comunale. Protagonisti sono spesso gli operai, ripresi in modo dinamico negli spazi aperti o chiusi, in costante dialogo con l’intorno, sia esso paesaggio, macchinari o strutture. Ponterosso e il suo canale offrono una quinta scenica d’eccezionale emozionalità, qui, venditori di spighette, di monili, venderigole propongono la loro merce in ogni stagione. Con i suoi scatti ha reso iconica l’ultima pescata della Tonnara di Santa Croce. Ancora, l’occhio del fotografo non trascura la tragedia degli esuli con immagini di forte impatto emotivo che documentano lo sradicamento e lo spaesamento dei profughi. Di non meno straordinaria intensità e interesse sono i servizi dedicati alla partenza degli emigranti per terra o per mare, perlopiù verso le rotte australiane o americane. Descrive i fatti di cronaca. La foto della morte di un carrettiere è attenzionata dal Museum of Modern Art di New York, e selezionata per un’esposizione del 1964. Attento osservatore, documenta il tempo libero scandito dalle feste e dai riti che la comunità riconosce in quanto parte del proprio patrimonio culturale, tra cui, il Carnevale, la Sagra della sardella, la Festa dell’uva, le Nozze Carsiche, la Festa di San Nicolò. Registra anche l’intensa attività culturale che caratterizza il mondo del cinema, della televisione, del teatro, dell’arte e della letteratura, spesso a uso delle cronache. Il tempo libero a Trieste naturalmente si accompagna all’amore per il mare, ampiamente documentato anche in stagioni inaspettate. Le foto dedicate allo sport costituiscono un altro straordinario scrigno che documenta la passione sportiva del fotografo e dei triestini. Borsatti, entusiasta giocatore di rugby, nutre un grande interesse per tutti gli sport, tra cui, il calcio, rito domenicale per eccellenza.
La foto più amata da Borsatti è quella del bacio di Jim e Graziella. Nel 1954 le truppe alleate lasciano Trieste: il giovane soldato americano Jim Swaim e la triestina Graziella Cirrincione si salutano con un bacio. Il fotografo immortala la scena convinto che si tratti di un addio. Al contrario, il 28 novembre i due giovani si sposano e si trasferiscono in America. Nel 1998 un cliente in negozio riconoscerà la zia sposata con il soldato della foto. I coniugi, giunti a Trieste dalla California un mese dopo. si recheranno dal fotografo con un mazzo di fiori. La notizia è divulgata nei media locali e nazionali: il trio sarà invitato nel 1999, a partecipare al programma di Antonella Clerici.