Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
L’"Autoritratto" in gesso, pervenuto al Museo Revoltella con la donazione Hausbrandt del 1958, reca sul lato posteriore la dedica «al signor Devetach», forse identificabile con Luigi Devetti (committente dell’opera), prima dell’italianizzazione dei cognomi sloveni. L’opera rappresenta l’artista poco più che ventenne, quando, come ha scritto Remigio Marini, «il suo viso d’una fermezza serena, il suo occhio in cui brilla e brucia un’intelligenza viva, feconda matrice e insieme saturnica divoratrice d’idee, esprimono al primo incontro una certezza che non potrà deludere». L’espressione fiera e determinata dell’autoritratto potrebbe confermare il fatto che in quegli anni Mascherini, ancorché giovane scultore, era già un artista conosciuto e piuttosto affermato. Ufficialmente datata al 1932, l’opera rivela, tuttavia, una certa analogia con un "Autoritratto" del 1927, permettendo così di non escludere del tutto un’esecuzione anticipata agli anni che precedettero l’incontro di Mascherini con la scultura di Arturo Martini, in occasione della Quadriennale di Roma del 1931. Molto diverso è, invece, l’autoritratto d’impronta martiniana, eseguito nel 1932 e presentato alla Mostra Sindacale di Trieste dello stesso anno, in cui lo scultore si raffigura accanto a una figura femminile. L’"Autoritratto" del Revoltella rappresenta solo la testa dell’artista, dai tratti espressionisticamente marcati, come nei busti giovanili "Segreto" e "Beethoven" del 1925 (proprietà del Revoltella) o l’Orbo del 1927. Commentando questo lavoro, Giulio Montenero ha parlato di «periodo wildtiano» di Mascherini; in effetti, dalla maniera di realizzare l’incavo degli occhi, le sopracciglia corrugate e le mandibole scavate, è possibile rilevare una certa affinità con le opere di Wildt d’inizio Novecento. Partito dal realismo delle primissime opere, realizzate nella prima metà degli anni Venti e ancora legate alla lezione dei maestri Canciani e Asco, Mascherini s’ispira, tra il 1925 e il 1928, alla plastica Liberty e a quella espressionista, influenze progressivamente superate attraverso la meditazione sulla scultura del passato e contemporanea, in particolare quella di Martini e Maillol.
Gregorat Susanna, Coslovich Barbara, La scultura. Museo Revoltella Galleria d'arte moderna, Trieste, 2022, p.175