Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Progetto architettonico eseguito a matita e penna con acquerellature, che, secondo la legenda, individuano i materiali con cui sarebbero state eseguite le diverse parti. La tavola contiene il prospetto laterale, a sinistra del foglio, e frontale, a destra, del ballatoio con avancorpo decorato con una prua con rostro e sperone di nave, in scala 1:20. Sul rostro, statua di leone alato. Sui lati del cassero a castello di prua, due teste di cinghiale.
Si tratta di uno dei disegni progettuali del Faro della Vittoria, eseguiti da Arduino Berlam, che li donò ai Civici Musei di Storia ed Arte nel 1935, cfr. schede da CMSAOAR06_3598 a CMSAOAR06_3634. In particolare, esso visualizza una delle prime versioni del gruppo ornamentale posto alla base, sul ballatoio con avancorpo. Come hanno ricostruito Pozzetto (1996, pp. 179-194) e Zerboni (1999, pp. 66-71), dopo la prima idea del faro da eseguirsi sulla punta di Salvore legata e dedicare a Nazario Sauro, Arduino Berlam ideò un gruppo scultoreo incentrato su un "grande rostro di galea veneta, con i Leoni di San Marco alle estremità, sul tipo di quelli del Bucintoro di Venezia" (Berlam cit. in Pozzetto 1996, p. 191). Sul cassero della galea doveva erigersi la figura di un marinaio scalzo, "in tenuta di fatica, scrutando l'orizzonte. Ai due lati del cassero a castello di prua, ornato da due teste di cinghiale, raccoglievano il volo di un fauno alato, in atto di suonare la buccina" (Ivi). La scultura di marinaio (alta 5.50 m), i fauni, il Leone di San Marco e le teste di cinghiale "sarebbero stati fusi in bronzo, mentre la galea sarebbe stata eseguita inrame sbalzato, sovrapposto ad un'ossatura di cemento armato" (Ivi). Il disegno in esame illustra parzialmente questa prima fase, di cui esistono testimonianze fotografiche del modello tridimensionale nelle collezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte e un bozzetto in gesso presso il Civico Museo del Mare (Messina 2003, pp. 80-81). Questo progetto decorativo, definito dallo stesso Berlam "forse un po' teatrale", venne poi abbandonato, a causa dell'alto costo in rapporto ai fondi a disposizione, a favore della sola scultura di Marinaio, che fu eseguita dallo scultore triestino Giovanni Mayer. Quanto alle vicende del Faro della Vittoria, si rinvia alle notizie storico-critiche della scheda CMSAOAR06_3598.
I. Sardei, Faro della Vittoria, in Trieste 1918-1954. Guida all’architettura, a cura di P. Nicoloso, F. Rovello, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
Messina Michela, "Splendi e ricorda". Il Faro della Vittoria a Trieste, in "Atti dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste", 19, 2002-2003, pp. 77-91, p. 81
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SBN
Marino Zerboni, Il Faro della Vittoria, Trieste, MGS press, 2001, pp. 67-71
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Motta Anna, L’architettura di Arduino Berlam: un’esperienza eclettica, tesi di laurea, relatore prof. Luka Skansi, Università Ca' Foscari di Venezia, a.a. 2014/2015, pp. 51-63
Fabio Zubini, Barcola. Dalla vallicula delle ville romane alla contrada San Bortolo, attraverso due guerre mondiali, alla Barcolana, regata velica di fama internazionale, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 2008, pp. 231-240
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Nicoloso Paolo, Rovello Federica, Trieste 1918-1954. Guida all'architettura, Trieste, MGS Press, 2005, pp. 99-103, n. 1
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Pozzetto Marco, Giovanni Andrea, Ruggero, Arduino Berlam. Un secolo di architettura, Trieste, Lloyd, MGS, 1999, pp. 140-151
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Caterina Lettis, Arduino Berlam (1880-1946): architetture, Archeografo triestino, serie IV, 1996, Volume LVI, pp. 203-235, pp. 208, 234
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