Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Disegno acquerellato raffigurante la facciata di un edificio con sei livelli sopra il suolo, con finestre di forma diversa da un piano all'altro, in scala 1:100. A sinistra, sezione della facciata stessa.
Progetto per la casa Marin di viale XX Settembre 68 (già viale dell'Acquedotto), Trieste. Lo schizzo, che risale al 1905, mostra grande ricchezza nel partito architettonico, in cui la pietra grigia e il rosso del cotto sono uniti a motivi decorativi immaginati ad affresco e a inserti scultorei, collocati tra il secondo e terzo piano. Secondo Lettis, che attribuisce erroneamente il disegno a Ruggero, lo schizzo è una testimonianza del suo linguaggio medievalista, "ricco di molti apporti diversi e come di consueto vario nelle forme e nell'uso dei materiali" (cfr. Trieste 2007, p. 254). Al Magistrato civico verrà presentato tuttavia un altro progetto, più ordinato e coerente, depurato dagli inserti scultorei e con un numero di finestre ridotto, che verrà approvato il 5 aprile 1906. Commissionato dallo scultore e amico dei Berlam Giovanni Marin, l'edificio venne eseguito su progetto firmato da Ruggero e Arduino (ATDCTs, dis. 4908, cit. in Trieste 2007, p. 254); ma nel suo diario il giovane Berlam ne rivendica la paternità (Ivi). Si tratta di un edificio in cui Arduino si rifà a un "tipo di architettura romanica da torre sormontata da una loggia per la quale le colonne” furono raggruppate in polifore “con una certa indipendenza degli assi delle finestre sottostanti” (Ivi). Nel prospetto dell'edificio le aperture al secondo e al terzo piano sono ad arco, mentre all'ultimo diventano polifore racchiuse tra colonnine; inoltre l'alternanza tra materiali diversi è ridotta. Nel palazzo traspare il romanticismo storicista d’ispirazione medievale tipico di molte opere di Ruggero, ma la soluzione adottata da Arduino mostra una maggior essenzialità compositiva, in cui le componenti di facciata – le finestrature ad arco incassato, i marcapiani, il loggiato terminale - erano unite con semplicità ai rarefatti dettagli decorativi: "da ciò scaturiva un tipo di medievalismo riletto in chiave quasi 'borghese'” (Motta 2014-2015, p. 14).
C. Lettis, Casa Marin, in Trieste 1872-1917. Guida all’architettura, a cura di F. Rovello, Trieste 2007, pp. 253-254, n. 39
Trieste 1872-1917. Guida all'architettura, a cura di Federica Rovello, Trieste, MGS Press, 2007, pp. 253-254, n. 39
Consulta OPAC
BiblioEst
SBN
Caterina Lettis, Ruggero Berlam (1854-1920). Architetto fino al 1905, in Archeografo triestino, serie IV, 1994, LIV, pp. 111-145, p. 124
Consulta OPAC
BiblioEst
SBN
Motta Anna, L’architettura di Arduino Berlam: un’esperienza eclettica, tesi di laurea, relatore prof. Luka Skansi, Università Ca' Foscari di Venezia, a.a. 2014/2015, p. 14