Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
Disegno a matita e acquarellature, raffigurante la sezione longitudinale dell'edificio della Riunione Adriatica di Sicurtà.
Il disegno in esame appartiene al "Progetto per l'edificio della Riunione Adriatica di Sicurtà", cfr. schede CMSAOAR10_4176-CMSAOAR10_4206. Agli inizi del Novecento il direttore generale della Riunione Adriatica di Sicurtà, Adolfo de Frigyessy, e suo figlio Arnoldo, decisero di realizzare una nuova sede di rappresentanza per la compagnia a Trieste. Acquistato un ampio lotto già edificato tra la piazza Nuova e le vie S. Caterina, S. Antonio e il Corso, e demolite le precedenti costruzioni, indissero nel luglio 1909 un concorso internazionale a inviti per la progettazione di un nuovo palazzo. Oltre a Ruggero e Arduino Berlam, vi parteciparono gli architetti Ignác Alpar, Ludwig Baumann, Max Littmann, Luigi Broggi, Giacomo Zamattio, Giorgio Zaninovich, Enrico Nordio e Ludovico Braidotti. Nel bando si richiedeva che il palazzo contenesse un semi-sotterraneo, un piano elevato, un ammezzato, tre piani superiori più un sottotetto; ma non si davano indicazioni sulla distribuzione interna degli ambienti e su requisiti tecnologici. Nel novembre 1909 la giuria selezionò, tra i progetti pervenuti, quelli di Alpar, Zammattio e dei Berlam (Lettis in Rovello 2007, p. 312) per la seconda fase del concorso. Tuttavia Zammattio e Alpar non si presentarono, cosicché lo studio Berlam, unico rimasto fra i selezionati, ricevette l’incarico. Seguì una fase in cui Ruggero e Arduino Berlam vennero costantemente seguiti dalla committenza nell’elaborazione dell’assetto generale e di ogni minuto dettaglio dell’edificio. La direzione della compagnia assicurativa voleva che lo stabile fosse destinato per metà a sede della società, cioè verso la Piazza Nuova (odierna Piazza della Repubblica); mentre il lato opposto, verso il Corso, fosse adibito a negozi, al pianterreno, e abitazioni. Anche il piano prospiciente la via S. Antonio (attuale via Dante) era riservato agli esercizi commerciali. Il progetto definitivo dei Berlam, datato 2 dicembre 1910, venne approvato dal Magistrato civico il 12 gennaio 1911; il permesso di fabbrica è del 28 giugno 1911. L’Impresa Carlo Bonetti costruì il palazzo, che fu inaugurato il 7 aprile 1914. Si tratta di un capolavoro del tardo eclettismo europeo, in cui si recuperano gli stilemi della tradizione architettonica del tardo Cinquecento. Nel palazzo, articolato in cinque piani, gli architetti si sono rifatti all’architettura “di facciata, ai palazzi italiani del secolo XVI” (Berlam cit. in Lettis in Rovello 2007, p. 313, nota 9). Quanto al disegno in esame, esso illustra la sezione longitudinale dell'edificio: mette in luce il colonnato che, annunciato da una coppia di quattro colonne affiancanti l'ingresso, si sviluppa all'interno dell'edificio, nell'atrio.
C. Lettis, Palazzo della Ras, in Trieste 1872-1917. Guida all’architettura, a cura di F. Rovello, Trieste 2007, pp. 311-314, n. 55
Fulvio Madotto, Una bella storia nella Trieste del '900 : il Palazzo della RAS : Impresa di costruzioni e studio di architettura Carlo Bonetti & C., Trieste, Il Piccolo Museo, [2008]
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Trieste 1872-1917. Guida all'architettura, a cura di Federica Rovello, Trieste, MGS Press, 2007, pp. 311-314, n. 55
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Pozzetto Marco, Giovanni Andrea, Ruggero, Arduino Berlam. Un secolo di architettura, Trieste, Lloyd, MGS, 1999, pp. 130-136, 246
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SBN
Marco Pozzetto, Sui contributi di Ruggero e di Arduino Berlam nei lavori firmati da entrambi, in Archeografo triestino, per. IV, 56, 1996, pp. 175-202, pp. 177-179
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SBN
Caterina Lettis, Arduino Berlam (1880-1946): architetture, Archeografo triestino, serie IV, 1996, Volume LVI, pp. 203-235, pp. 206-207, 233
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SBN
Giovanni Ceiner, I disegni esecutivi di Ruggero e Arduino Berlam per l'apparato decorativo della sede della RAS di Trieste, in "Archeografo Triestino", ser. IV, LV, 1994, pp. 207-220, pp. 207-220
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