Fabbricato di Via Filzi 14, Ex Hotel Balkan

Fabiani, Max - architetto

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Localizzazione
Trieste
Via Fabio Filzi, 14; Via della Geppa, 23
Via Giorgio Galatti, 20
Comune Censuario: Città Nuova; numero anagrafico: 1516
Uso attuale
Servizi pubblici - università
Provvedimenti di tutela
L. n. 1089/1939 di data Declaratoria 16/02/1988
Vincolo diretto BB AA PP
Vincoli
declaratoria: Visualizza il PDF

1904

L'edificio,denominato in origine Narodni Dom e Hotel Balkan, fu costruito nel 1904 per la comunità slovena. Autore del progetto era l'architetto Max Fabiani, formatosi a Vienna tra il 1894 e il 1898 presso l'atelier di Otto Wagner, centro di cultura mitteleuropea e fucina delle nuove idee secessioniste. L'ingresso dell'edificio fu commissionato dall'architetto all'artista viennese Koloman Moser e danneggaito in maniera irrimediabile nell'incendio del 1920. Primo vero centro polifunzionale costruito in Europa, l'immobile conteneva un piccolo teatro con galleria, una banca, una palestra, due caffè, due ristoranti, un albergo ed un considerevole numero di appartamenti, il tutto distribuito in maniera articolata intorno ad un cavedio centrale. Nel decreto di vincolo si evidenzia in maniera particolare l'unicità dell'edificio nell'ambito triestino: "L'Hotel Balkan rappresenta l'opera spaziale più importante fra quelle realizzate nella realtà omogenea triestina. L'architetto ha modo di applicare le nuove teorie funzionaliste formulate precedentemente da Otto Wagner nel suo trattato del 1895." Nel luglio del 1920 l'edificio, in quanto centro culturale della comunità slovena venne devastato da un incendio appiccato dagli squadristi fascisti. Successivamente restaurato su progetto di Camillo Jona venne destinato ad albergo, con il nome di Hotel Regina. Nel 1976 fu acquistato dalla Regione che lo destinò a Casa dello Studente. In seguito, fu interessato da una ristrutturazione iniziata nel 1988 ad opera dell'ingegnere Dario Clescovich. Nel 1996 l'edificio fu acquistato dall'Università di Trieste per trasferirvi la Scuola Superiore per Traduttori ed Interpreti. Del progetto per l'adeguamento alle nuove funzioni nonché alle normative edilizie vigenti venne incaricato l'architetto Zelco che, nell'impossibilità di effettuare un restauro filologico, conservò dell'edificio solamente le facciate.

L'edificio presenta una pianta quadrata articolata attorno ad un cavedio centrale. Si compone di pianoterra, mezzanino e quattro piani superiori. La facciata si caratterizza per un alto basamento in pietra, che comprende anche il primo piano, e una parte superiore in mattoni a vista decorati cromaticamente con un sottile strato di pittura. Le finestre dei tre piani superiori sono riquadrate in pietra. L'ingresso monumentale a bugnato, sormontato da una balconata a livello del primo piano, era originariamente arricchito da vetrate di Kolo Moser. Anche l'ingresso sulla facciata laterale è sormontato da un balcone in pietra. Una serie di mensoline sostengono lo sporto di linda del tetto. L'interno è stato completamente alterato.

ELEMENTI ORNAMENTALI (esterno) Decorazione a mattoni trattati cromaticamente.

Compilato in data: 2005

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