Catalogo dei beni culturali
Musei civici del comune di trieste
“Le Morbinose” è una commedia di Carlo Goldoni scritta nel 1758 e rappresentata per la prima volta al Teatro San Luca di Venezia; il titolo è dedicato alle donne veneziane “morbinose” cioè scherzose, inclini ai divertimenti. La trama si basa su uno scherzo fatto nel periodo di carnevale da Marineta a Ferdinando, ricco forestiero dai modi affettati. Marineta si finge innamorata di lui per deriderlo ma nel corso degli eventi si innamora davvero e la vicenda si conclude con un lieto fine. Come in molte altre commedie goldoniane, per esempio nella “Locandiera” o nei “Rusteghi” le donne si prendono gioco degli uomini, imbrogliano, pettegolano, malignano e cercano svaghi mentre tra gli uomini si ritrovano i tipici personaggi goldoniani: il vecchio brontolone, il cavaliere galante, gli uomini ruvidi ma bonari.
Il Circolo Artistico nacque a Trieste nel 1884 attorno a un gruppo di intellettuali che erano soliti trovarsi al Caffè Chiozza con l'intento di costituire una Società di artisti e dilettanti triestini o residenti a Trieste. Da subito vi presero parte i più celebri pittori e intellettuali triestini e venne aperta anche una sezione musicale e una teatrale. Trai soci del circolo si ricordano Umberto Veruda, Carlo Wostry, Argio Orell, Riccardo Pitteri, Giuseppe Caprin, Attilio Hortis.
A Trieste la commedia “Le Morbinose” venne messa in scena nell’aprile del 1923 dal Circolo Artistico nella Sala Massima della sede di via Coroneo 15, con la regia di Guido Hermet, le splendide scene e magnifici costumi di Argio Orell e la musica del Quartetto triestino. Gli eleganti arredi vennero messi a disposizione dalla ditta Michelazzi e i costumi maschili, autentici e d’epoca, furono offerti dal marchese Polesini di Parenzo.
Gli attori protagonisti non erano attori di professione ma dilettanti, tra i quali Bice Randegger, Orazio Sturli e Livia Venezian. La serata fu offerta a favore del monumento al martire Guglielmo Oberdan, ebbe notevole successo e venne replicata per due sere.
Le fotografie conservate al Civico Museo teatrale permettono di apprezzare l’eleganza dell’allestimento di altissimo livello, fedele all’epoca e di gusto aristocratico.