Trieste. Palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà, piazza della Repubblica. Progetto

Berlam, Ruggero ; Berlam, Arduino

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Oggetto
disegno architettonico
Inventario
CMSAOAR10_4191
Collocazione
Civico Museo Sartorio; Gabinetto Disegni e Stampe; CASS E 07 / CART Verde 01
Acquisizione
acquisto; Samero, Lituano; 1953/10/09
Cronologia
1909 - 1910
Dimensioni
mm; altezza 300; larghezza 420; supporto in cartoncino mm 328 x 509
Materia e tecnica
carta da lucido/ matita/ sfumino

Schizzo per la facciata dell'edificio della Riunione Adriatica di Sicurtà.

Il disegno in esame appartiene al "Progetto per l'edificio della Riunione Adriatica di Sicurtà", cfr. schede CMSAOAR10_4176-CMSAOAR10_4206. Agli inizi del Novecento il direttore generale della Riunione Adriatica di Sicurtà, Adolfo de Frigyessy, e suo figlio Arnoldo, decisero di realizzare una nuova sede di rappresentanza per la compagnia a Trieste. Acquistato un ampio lotto già edificato tra la piazza Nuova e le vie S. Caterina, S. Antonio e il Corso, e demolite le precedenti costruzioni, indissero nel luglio 1909 un concorso internazionale a inviti per la progettazione di un nuovo palazzo. Oltre a Ruggero e Arduino Berlam, vi parteciparono gli architetti Ignác Alpar, Ludwig Baumann, Max Littmann, Luigi Broggi, Giacomo Zamattio, Giorgio Zaninovich, Enrico Nordio e Ludovico Braidotti. Nel bando si richiedeva che il palazzo contenesse un semi-sotterraneo, un piano elevato, un ammezzato, tre piani superiori più un sottotetto; ma non si davano indicazioni sulla distribuzione interna degli ambienti e su requisiti tecnologici. Nel novembre 1909 la giuria selezionò, tra i progetti pervenuti, quelli di Alpar, Zammattio e dei Berlam (Lettis in Rovello 2007, p. 312) per la seconda fase del concorso. Tuttavia Zammattio e Alpar non si presentarono, cosicché lo studio Berlam, unico rimasto fra i selezionati, ricevette l’incarico. Seguì una fase in cui Ruggero e Arduino Berlam vennero costantemente seguiti dalla committenza nell’elaborazione dell’assetto generale e di ogni minuto dettaglio dell’edificio. La direzione della compagnia assicurativa voleva che lo stabile fosse destinato per metà a sede della società, cioè verso la Piazza Nuova (odierna Piazza della Repubblica); mentre il lato opposto, verso il Corso, fosse adibito a negozi, al pianterreno, e abitazioni. Anche il piano prospiciente la via S. Antonio (attuale via Dante) era riservato agli esercizi commerciali. Il progetto definitivo dei Berlam, datato 2 dicembre 1910, venne approvato dal Magistrato civico il 12 gennaio 1911; il permesso di fabbrica è del 28 giugno 1911. L’Impresa Carlo Bonetti costruì il palazzo, che fu inaugurato il 7 aprile 1914. Si tratta di un capolavoro del tardo eclettismo europeo, in cui si recuperano gli stilemi della tradizione architettonica del tardo Cinquecento. Nel palazzo, articolato in cinque piani, gli architetti si sono rifatti all’architettura “di facciata, ai palazzi italiani del secolo XVI” (Berlam cit. in Lettis in Rovello 2007, p. 313, nota 9). Quanto al disegno in esame, si tratta di uno schizzo per la facciata principale, attribuito da Ceiner a Ruggero Berlam (1995, pp. 210-211). Nell’elaborazione del prospetto, questo disegno appare come una prima ipotesi: l’accesso all’edificio avviene attraverso un corpo centrale aggettante, in corrispondenza del quale, all’ultimo livello, si eleva un attico fiancheggiato da terrazze. Questa idea, che verrà sviluppata nei disegni CMSAOAR10_4193, CMSAOAR10_4195 e CMSAOAR10_4197, non sarà l’unica soluzione proposta dallo studio Berlam (cfr. anche CMSAOAR10_4192, CMSAOAR10_4194, CMSAOAR10_4196). Nel progetto definitivo, l’edificio si presenta come un volume compatto e scenografico. La fascia dello zoccolo che lega pianoterra e ammezzato è risolta con una sequenza di nove aperture con inferriate in ferro, separate da lesene. L’asse centrale della facciata è articolato dall’accesso, segnato da una coppia di quattro colonne fasciate in bronzo, in corrispondenza del quale, al piano nobile, vi è un’apertura fiancheggiata da colonne, sormontate dalle sculture della Previdenza e della Protezione, eseguite da Giovanni Marin. Una balaustra delimita il piano nobile, caratterizzato da finestre architravate, cui corrispondono, al livello superiore, aperture timpanate. All’ultimo piano, le finestre sono invece inserite entro una fascia a rosoni; mensole fortemente aggettanti completano la linea del tetto, sormontato da un attico ritmato da paraste addossate.

Bibliografia

Giovanni Ceiner, I disegni esecutivi di Ruggero e Arduino Berlam per l'apparato decorativo della sede della RAS di Trieste, in "Archeografo Triestino", ser. IV, LV, 1994, pp. 207-220, pp. 210-211
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Fulvio Madotto, Una bella storia nella Trieste del '900 : il Palazzo della RAS : Impresa di costruzioni e studio di architettura Carlo Bonetti & C., Trieste, Il Piccolo Museo, [2008]
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Trieste 1872-1917. Guida all'architettura, a cura di Federica Rovello, Trieste, MGS Press, 2007, pp. 311-314, n. 55
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Pozzetto Marco, Giovanni Andrea, Ruggero, Arduino Berlam. Un secolo di architettura, Trieste, Lloyd, MGS, 1999, pp. 130-136, 246
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Fulvia Costantinides, Il palazzo della Ras Trieste, Udine, Arkon, 1998
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Caterina Lettis, Arduino Berlam (1880-1946): architetture, Archeografo triestino, serie IV, 1996, Volume LVI, pp. 203-235, pp. 206-207, 233
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Giovanni Ceiner, La sede della «RAS» di Trieste tra disegno e innovazione, in "Archeografo Triestino", ser. IV, LIV, 1994, pp. 167-185, pp. 167-185
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Amerigo Restucci, Il palazzo della RAS a Trieste, in Quaderni giuliani di Storia, II, 2, 1981, pp. 73-92, pp. 73-92
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Opere collegate

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