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Ceramica Maya 1. UNA CASSA SPEDITA DA EL SALVADOR

I Civici Musei di Trieste nel 2002 hanno ricevuto in dono da parte della signora Lisa Glauber Fabietti, allora residente a Fresno (California), una cassa di legno che era da lungo tempo rimasta chiusa nella soffitta della sua casa italiana di Dobbiaco (BZ). La cassa, il cui contenuto era rimasto misterioso per l’intera famiglia, era appartenuta al marito Cesare Fabietti, che nel 1959 l’aveva spedita da La Libertad (El Salvador) in Italia, a Trieste, presso la casa della madre.

Nell’estate del 2001, dopo la scomparsa di Cesare Fabietti, venne il momento di svelare il mistero: la famiglia riunita aprì la cassa e vi scoprì un centinaio di figurine in terracotta, vasi e frammenti vari, che erano conservati accuratamente avvolti in fogli di giornali latino americani degli anni Cinquanta. Un solo indizio: un foglietto in un vaso riportava la scritta a matita “Lempa”.

Lempa è il nome del grande fiume che percorre lo stato di El Salvador, e sappiamo che Cesare nel 1956-1959 fu impegnato a creare una piantagione di cotone nel Distretto di Usulután presso San Marcos, sulle rive del fiume Lempa. Possiamo pertanto ipotizzare che durante gli sterri siano stati recuperati i reperti di ceramica conservati nella cassa. 

La zona è archeologicamente conosciuta e rientra nelle così dette “culture periferiche” del mondo maya. 


Il personaggio 

Cesare Fabietti (1923-1999), triestino d’origine, visse un’intensa esistenza impegnandosi come agronomo e professore di entomologia nei paesi di quattro continenti. 

Laureatosi in agraria presso l’Università di Bologna, era partito nei primi anni Cinquanta per cercare fortuna in America. Dopo un breve soggiorno in Guatemala, si era recato nella vicina repubblica di El Salvador dove aveva accettato un avventuroso incarico come agricoltore pioniere in una remota area vergine a sud del fiume Lempa, affacciata sull’Oceano Pacifico, al fine di impiantarvi una coltura di cotone. È da qui che certamente provengono i materiali della sua collezione.

Dal 1960 si spostò a Washington D.C., poi a Fresno e morì a San Francisco il 30 dicembre 1999.

Intraprendente e infaticabile lavoratore, con la sua attività dimostrò che applicando alle varie situazioni e problemi la propria esperienza, unitamente a doti tecniche e a una buona dose di perseveranza, tutto riesce e con profitto, ogni scommessa può essere vinta.



 

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