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La Cantina e l'avanguardia teatrale a Trieste negli anni '50

Un gruppo di amiche, Valeria Bombaci, Hansi Cominotti, Alma Dorfles, Lina Galli, Nera Gnoli Fuzzi e Lina Sardi, che già si ritrovavano nel salotto della Cominotti a Opicina per discutere di teatro e letteratura fondano nel 1957 un’associazione culturale che poco dopo troverà sede in una cantina a Trieste, da cui il nome “La Cantina”. Nello statuto del club è stabilito che il Consiglio Direttivo sia composto di soli elementi femminili. Già da alcuni anni le socie si stavano documentando sugli sviluppi della drammaturgia contemporanea, acquistando i copioni degli artisti emergenti dell’avanguardia teatrale europea quali Genet, Ionesco, Beckett, Vian, Pinter, Jarry, Kopit, e traducendoli in italiano. I testi tradotti venivano poi letti dalle stesse associate o da amici ad un gruppo ristretto di appassionati invitati alle serate, e alle letture seguivano vivaci e entusiaste discussioni. Dalle letture si passò poi a vere rappresentazioni grazie anche all'aiuto degli attori del Teatro Stabile Città di Trieste.
La prima recita pubblica avviene il 7 giugno 1958 con “Fin de partie” di Samuel Beckett, con la regia di Marcello Mascherini, testo che a quel tempo era stato rappresentato solo a Londra e Parigi.
La sede più grande, l'ex stalla di via Media, viene inaugurata nel 1959 con la rappresentazione dell’opera “L'ultimo nastro del signor Krapp” di Samuel Beckett, prima assoluta per l'Italia, essendo andata in scena solo pochi mesi prima a Londra: ad interpretare il signor Krapp è un giovane Gian Maria Volontè.
La Cantina non tradirà mai le sue origini e resterà sempre un grande salotto di casa, mantenendo un'atmosfera conviviale dove il pubblico partecipa attivamente, sia nel dibattito che nell'allestimento degli spettacoli. Nel 1965, a seguito dello scandalo successivo allo spettacolo del Living Theatre alla Sala Auditorium, che causa la dimissione dei vertici del Teatro Stabile, si interrompe anche il rapporto di proficua collaborazione tra la Cantina e lo Stabile.
Nel 1977 si conclude l’esperienza de La cantina, ma Alma Dorfles, nel 1981 insieme a Franco Jesurum e Giuliana Carbi fonda “L’officina”, che ne raccoglie la testimonianza culturale.

Il Comune di Trieste è stato premiato lo scorso 7 marzo nell’ambito del progetto di rilievo nazionale “L’Italia delle donne – Storie invisibili di donne incredibili”, promosso dal Ministero per le Pari Opportunità, per la biografia di Alma Fragiacomo Dorfles nella categoria  “Donna di scena”.

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